Campi di rottura

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Campi di rottura

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Si consideri la generica sezione soggetta, per semplicità di esposizione, ad una sollecitazione retta.  Per l’ipotesi di conservazione delle sezioni piane assunta e per le già descritte limitazioni imposte alle deformazioni unitarie di calcestruzzo ed acciaio, le configurazioni deformate della sezione corrispondenti alle varie possibilità di rottura, passano tutte almeno per uno dei punti denominati A,B,C di figura. Nella medesima figura sono pure rappresentate le posizioni 1-2-3-4 (denominate assetti principali per curvature positive) della deformata unitaria corrispondenti a configurazioni di passaggio da un tipo di rottura (campo di rottura) all’altro.

Il primo campo di rottura si ottiene, infatti, ruotando la deformata intorno al punto A (pivot A), a partire dall’assetto 1 verso l’assetto 2.  Il secondo campo si ottiene a partire dall’assetto 2, ruotando la deformata intorno a B fino a portarsi sull’assetto 3. Il terzo campo , infine, parte dall’assetto 3 e va fino al 4, con una rotazione intorno al pivot C.

Le NTC 2018 hanno introdotto, per le combinazioni sismiche, la possibilità del calcolo non dissipativo che comporta per le sezioni l’introduzione dello stato limite “sostanzialmente elastico” consentendo, allo stesso tempo, l’impiego di molti dei particolari costruttivi relativi alle combinazioni non sismiche (capitolo 4 NTC) . Per questo nuovo stato limite il programma  utilizza il solo tratto parabolico del legame costitutivo del calcestruzzo; in questo caso il momento limite è il minore tra quello che comporta la deformazione massima del calcestruzzo pari a   ε0 = 0,002 e quello che che produce la deformazione massima di trazione dell’acciaio pari a εyd . Per questo stato limite i campi (ed anche gli assetti) si riducono a 3 (manca l’assetto 3), e la deformazione εcu viene sostituita da εc0 e la deformazione εud viene sostituita da εyd. E' importante segnalare che gli sforzi prodotti dalle combinazioni sismiche nelle sezioni delle fondazioni  vanno di norma verificati in questa nuova modalità ‘sostanzialmente elastica’ anche nel caso in cui la struttura in elevazione sia calcolata come dissipativa.

 

 

 

 

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