Ulteriori verifiche previste dalle  NTC

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Ulteriori verifiche previste dalle  NTC

 

 

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Anche in caso di verifica positiva conseguita sulla base dei procedimenti basati sui domini di resistenza esposti nei precedenti paragrafi, le NTC prescrivono vari controlli aggiuntivi.

Con riferimento alle combinazioni non sismiche e sismiche non dissipative: nel caso di pilastri soggetti a sforzo normale semplice, si deve comunque assumere una componente flettente dello sforzo MEd= e∙NEd con eccentricità e almeno pari a 0,05h≥20 mm (e meno di 1/200 dell’altezza di libera inflessione) dove h è la dimensione della sezione nella direzione dell’eccentricità (punto 4.1.2.3.4.2 NTC). Questo controllo sulla componente flettente (di dubbia applicabilità nei casi più complessi di sezioni di forma generica) viene sostituito, nel programma RC-SEC, con quello alternativo suggerito dalle Istruzioni alle NTC2018  che assume come sforzo  normale massimo resistente NRd il valore ultimo ridotto (per tener implicitamente conto dell’eccentricità accidentale di cui trattasi) pari a:

                                 NRd = 0,8 fcd Ac + As,tot

con Ac area del calcestruzzo e As,tot area totale d’armatura.  Questo limite nello sforzo normale corrispondere a porre un limite al dominio di rottura di figura 9 rappresentato dalla retta s (corrispondente allo sforzo normale limite NRd) che porta all’esclusione della parte tratteggiata del dominio di resistenza.

Nelle combinazioni sismiche dissipative, allo scopo di incrementare la duttilità dei pilastri, viene posto un ulteriore limite allo sforzo normale rispetto a quello appena indicato. Per le strutture in classe di duttilità CD”B” ed in CD”A” tale valore limite NRd corrisponde rispettivamente al 65% e al 55% della  resistenza massima a compressione della sezione di solo calcestruzzo (0,65÷0,55 Ac×fcd dove Ac è l’area della sezione di calcestruzzo)(§ 7.4.4.2.2.1 NTC). Per le pareti tali percentuali scendono rispettivamente al 40% e 35%.

Anche in questo caso si ha una riduzione del dominio resistente del tipo di quella rappresentata in figura 9, in cui viene esclusa dal dominio resistente la parte tratteggiata a destra di N. Tale controllo viene effettuato dal programma in automatico. Nelle sezioni appartenenti a travi inflesse  va verificato che le armature longitudinali ricadenti in zona tesa misurino un’area As,min non inferiore a (§ 4.1.6.1.1 NTC):  

           As,min = 0,26  fctm/fyk  bt d     e comunque non minore di  0,0013 bt d      

 

dove bt è la larghezza media della zona tesa; d è l’altezza utile della sezione; fctm è il valore medio della resistenza a trazione assiale (§ 11.2.10.2 NTC);   fyk è il valore caratteristico della resistenza a trazione dell’armatura ordinaria. Il programma valuta As,min assumendo al posto di  btd  l’Area Ac della sezione di calcestruzzo (in genere a favore di sicurezza).    

In combinazione non sismica o sismica non dissipativa l’area di armatura tesa o compressa non deve superare individualmente il 4% dell’area della sezione trasversale di calcestruzzo. Nelle travi continue (sempre in combinazione non sismica) in cui il rapporto tra due luci adiacenti è inferiore a due, nelle travi appartenenti a telai a nodi fissi e negli elementi soggetti prevalentemente a flessione, le NTC consentono di operare una riduzione dei momenti δ×Me elastici (in genere quelli di continuità sugli appoggi) con conseguente ridistribuzione equilibrata dei momenti (di solito in campata). Con riferimento all’acciaio B450C il coefficiente δ di riduzione dei momenti elastici deve rispettare le seguenti condizioni (4.1.1.1 NTC):

                 δ  0,44 + 1,25×(0,6+0,0014/εcu)  x/d                  per fck 50 Mpa

                         

                 δ  0,54 + 1,25× (0,6+0,0014/εcu)  x/d                  per fck  > 50 Mpa    

 

                 0,70 δ  1

 

dove x è l’altezza della zona compressa e d è l’altezza utile della sezione.

Le limitazioni imposte alle tensioni di esercizio riducono sensibilmente la possibilità di operare la ridistribuzione dei momenti mediante il coefficiente δ, specie per percentuali di armatura medio-alte che comportano valori di x/d non contenuti. E’ questo il caso ad esempio delle travi in spessore di solaio, il cui dimensionamento è fortemente condizionato dagli stati limite di esercizio.

Sempre con riferimento alle combinazioni non sismiche (e sismiche non dissipative) nelle sezioni appartenenti a pilastri (caratterizzate da N > 0) vanno rispettate armature minime longitudinali tali da non risultare inferiori a  0,10 NEd/fyd, dove NEd è la forza assiale di compressione di calcolo e fyd è la resistenza di calcolo a snervamento dell’acciaio. Le armature longitudinali complessive dovranno, inoltre, essere comprese fra lo 0,3 % e il 4% dell’area effettiva della sezione. Nelle combinazioni sismiche di tipo dissipativo le NTC prescrivono (per assicurare una buona duttilità a tutte le sezioni) un limite minimo ed uno massimo per la percentuale geometrica ρ di armature tese (sia inferiori che superiori delle travi):

         1,4/ fyk  < ρ  < ρcomp+  3.5/ fyk

 

Dove ρcomp   è il rapporto geometrico relativo all’armatura compressa.

Nelle zone critiche deve inoltre essere ρcomp 0,5 ρ e nelle altre zone comunque ρcomp0,25 ρ.

Per i pilastri, sempre in zona sismica, la percentuale complessiva delle armature longitudinali  deve essere compresa tra l’1% ed il 4%.

Tutte le precedenti prescrizioni riguardanti le armature longitudinali vengono controllate automaticamente dal Programma sulla base della indicazione della sismicità e della posizione della sezione rispetto ai nodi di estremità dell’asta (cioè a secondo se la sezione ricade in zona critica o meno).

 

 

 

 

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