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7.11.6.3 Paratie
7.11.6.3.1 Metodi pseudostatici
Nei metodi pseudostatici l’azione sismica è definita mediante un’accelerazione equivalente costante nello spazio e nel tempo. Le componenti orizzontale e verticale ah e av dell’accelerazione equivalente devono essere ricavate
in funzione delle proprietà del moto sismico atteso nel volume di terreno significativo per l’opera e della capacità dell’opera di subire spostamenti senza significative riduzioni di resistenza.
In mancanza di studi specifici, ah può essere legata all’accelerazione di picco amax attesa nel volume di terreno significativo per l’opera mediante la relazione:
dove g è l’accelerazione di gravità, kh è il coefficiente sismico in direzione orizzontale, α≤1 è un coefficiente che tiene conto della deformabilità dei terreni interagenti con l’opera e β≤1 è un coefficiente funzione della capacità dell’opera di subire spostamenti senza cadute di resistenza.
Per le paratie si può porre av = 0.
L’accelerazione di picco amax è valutata mediante un’analisi di risposta sismica locale, ovvero come
dove SS è il coefficiente che comprende l’effetto dell’amplificazione stratigrafica (SS) e dell’amplificazione topografica (ST), di cui al § 3.2.3.2, ed ag è l’accelerazione orizzontale massima attesa su sito di riferimento rigido.
Il valore del coefficiente α può essere ricavato a partire dall’altezza complessiva H della paratia e dalla categoria di sottosuolo mediante il diagramma di Figura 7.11.2.
Per la valutazione della spinta nelle condizioni di equilibrio limite passivo deve porsi α = 1.
Il valore del coefficiente β può essere ricavato dal diagramma di Figura 7.11.3, in funzione del massimo spostamento us che l’opera può tollerare senza riduzioni di resistenza.
Per us = 0 è β = 1. Deve comunque risultare:
Se α·β ≤ 0,2 deve assumersi kh = 0,2·amax/g.
Possono inoltre essere trascurati gli effetti inerziali sulle masse che costituiscono la paratia.
È necessario verificare che il sito, per effetto del terremoto di progetto, non sia suscettibile di liquefazione. In caso contrario occorre predisporre le misure necessarie perché non si verifichi tale fenomeno.
Per valori dell’angolo d’attrito tra terreno e parete δ > φ/2, ai fini della valutazione della resistenza passiva è necessario tener conto della non planarità delle superfici di scorrimento.
Figura 7.11.2 – Diagramma per la valutazione del coefficiente di deformabilità α
Figura 7.11.3 – Diagramma per la valutazione del coefficiente di spostamento β
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