Esecuzione di una stesa a rifrazione con 12 geofoni

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Esecuzione di una stesa a rifrazione con 12 geofoni

Le indicazioni di seguito riportate considerano come riferimento il primo geofono che viene considerato con ascissa pari a 0 metri.

Ia fase di acquisizione dei segnali è importante che il primo arrivo dell'onda sia ben evidente sulle tracce di tutti i geofoni altrimenti è necessario ripetere l’energizzazione e sommare l’acquisizione con la precedenti prima di spostare la posizione di scoppio.

 

Con una spaziatura di tra i geofoni di due metri vengono eseguite le seguenti operazioni:

 

Punto 1 - posizionare i 12 geofoni a disposizione distanziandoli tra loro 2 metri. La stesa avrà, posto come punto di riferimento il primo geofono (G1), la seguente geometria: G1 (0m), G2 (2m); G3 (4m); G4 (6m); G5 (8m); G6 (10m); G7 (12m); G8 (14m); G9 (16m); G10 (18m); G11 (20m); G12 (22m). E’ importante che i geofoni siano infissi con tutta la punta nel terreno o infissi bene sul supporto sintetico e, se il terreno è rigido, devono anche essere posizionati il più possibile verticalmente. Lo stendimento deve essere rettilineo e le distanze devono essere rispettate rigorosamente con precisione centimetrica.

 

Punto 2 - posizionare il piattello di battuta a -4 metri dal primo geofono (G1), posizionare il trigger a circa 20 cm sulla destra del piattello ed eseguire la prima battuta (I acquisizione) quindi salvare il relativo file. Anche in questo caso è importante rispettate rigorosamente le distanze con precisione centimetrica.

 

Punto 3 – ripetere l’operazione esposta al Punto 2 spostandosi successivamente a: -2 metri (II acquisizione) dal primo geofono (G1);  +11 metri (III acquisizione) dal primo geofono (G1) cioè tra il geofono G6 e G7; +24 metri (IV acquisizione) dal primo geofono (G1); +26 metri (V acquisizione) dal primo geofono (G1).

 

Punto 4 – tramite il software EasyRefract si posso caricare i cinque file acquisiti ed interpretarli.

 

 

Con una spaziatura di tra i geofoni di quattro metri vengono eseguite le seguenti operazioni:

 

Punto 1 - posizionare i 12 geofoni a disposizione distanziandoli tra loro 4 metri: quindi la stesa avrà, posto come punto di riferimento il primo geofono (G1), la seguente geometria: G1 (0m), G2 (4m); G3 (8m); G4 (12m); G5 (16m); G6 (20m); G7 (24m); G8 (28m); G9 (32m); G10 (36m); G11 (40m); G12 (44m). E’ importante che i geofoni siano infissi con tutta la punta nel terreno o infissi bene sul supporto sintetico e, se il terreno è rigido, devono inoltre essere posizionati il più possibile verticalmente. Lo stendimento deve essere rettilineo e le distanze devono essere rispettate rigorosamente con precisione centimetrica.

 

Punto 2 - posizionare il piattello di battuta a -8 metri dal primo geofono (G1), posizionare il trigger a circa 20 cm sulla destra del piattello ed eseguire la prima battuta (I acquisizione) quindi salvare il relativo file. Anche in questo caso è importante rispettate rigorosamente le distanze con precisione centimetrica.

 

Punto 3 – ripetere l’operazione esposta al punto 2 spostandosi successivamente a: -4 metri (II acquisizione) dal primo geofono (G1);  +22 metri (III acquisizione) dal primo geofono (G1) cioè tra il geofono G6 e G7; +48 metri (IV acquisizione) dal primo geofono (G1); +52 metri (V acquisizione) dal primo geofono (G1).

 

Punto 4 – Tramite il software EasyRefract si posso caricare i cinque file acquisiti ed interpretarli.

 

 

 

 


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