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La sorgente consiste in una piastra di alluminio che, dopo avere opportunamente predisposto il piano di appoggio, viene adagiata in superficie ad una distanza di 1,5 – 2,5 m dal foro ed orientata in direzione ortogonale ad un raggio uscente dall’asse foro. Alla sorgente è agganciato il trasduttore di velocità utilizzato come trigger.
Se si dispone di due ricevitori, questi vengono collegati in modo da impedirne la rotazione relativa e da fissarne la distanza. Il primo dei due ricevitori viene raccordato ad una batteria di aste che ne permette l’orientamento dalla superficie e lo spostamento.
Una volta raggiunta la profondità di prova, i geofoni vengono orientati in modo che un trasduttore di ogni sensore sia diretto parallelamente all’asse della sorgente (orientamento assoluto).
A questo punto i ricevitori vengono assicurati alle pareti del tubo di rivestimento, la sorgente viene colpita in senso verticale (per generare onde di compressione P) o lateralmente (per generare onde di taglio SH) e, contemporaneamente, parte la registrazione del segnale di trigger e dei ricevitori.
Eseguite le registrazioni la profondità dei ricevitori viene modificata e la procedura sperimentale ripetuta.
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