2.2.3 Dati Sismici

<< Click to Display Table of Contents >>

Navigation:  2  AMBIENTE DI LAVORO > 2.2  Menu principali >

2.2.3 Dati Sismici

I dati sismici richiesti per l'analisi sismica dinamica modale con spettro di risposta vanno assegnati nella finestra in figura. Si fa presente che l'analisi modale è il metodo di riferimento indicato in normativa per determinare gli effetti dell'azione sismica (§ 7.3.2 NTC).

 

Tipo di  sismicità: Sono previste due sole opzioni. La prima è quella riguarda le località a sismicità ordinaria caratterizzate da Sag/g > 0.075 qui calcolate sempre sulla base di analisi dinamica modale. La seconda possibilità riguarda le località a bassa sismicità caratterizzate da Sag/g ≤ 0.075 qui calcolate con analisi statica non dissipativa (cfr. primo paragrafo Cap.7 NTC). E' sempre possibile calcolare con analisi modale anche se Sag/g ≤ 0.075 in quanto per il programma non è molto più semplice calcolare con analisi statica (anzi è necessario svolgere un separato calcolo per definire i periodi principali nelle due direzioni sismiche).

 

DATI_SISMICI

 

 

Vita Nominale VN:  va indicata in base al tipo di costruzione secondo le indicazioni della tabella 2.4.I  (punto 2.4.1 delle NTC)

 

Classe d'uso:  va scelta tra le 4 previste nell'elenco di cui al § 2.4.2 delle NTC. Ad ogni classe corrisponde un coefficiente d'uso CU il cui prodotto per il valore VN determina il periodo di riferimento VR  =  VN CU per la costruzione in oggetto.

 

Stati limite: (§ 3.2.1 NTC)

SLV (Stato Limite di salvaguardia della Vita): è lo stato limite ultimo di base dell'analisi sismica. La tabella 3.2.I delle NTC prescrive per questo stato limite che la probabilità PVr di superamento dell'azione sismica nel periodo di riferimento  VR sia pari al 10%.  Si ottiene quindi il valore del periodo di ritorno per la costruzione in esame:   TR = VR  / ln(1- PVr). A partire da questo valore e dalle coordinate geografiche (latitudine e longitudine) del sito vanno dedotti i valori dei parametri sismici ag, FO, TC* che definiscono lo spetto di risposta Se(T) in accelerazione. Il valore dei suddetti parametri non viene calcolato dal presente programma ma può essere facilmente ottenuto da appositi programmi di uso pubblico e gratuito come quello on line disponibile sul sito www.geostru.it di questa software house. I valori dei parametri che compaiono all'apertura della finestra dei dati sismici di un nuovo progetto sono quelli relativi all'ultimo progetto calcolato e vanno ricalcolati e digitati in griglia se i dati di partenza sono differenti.  

SLD (Stato Limite di Danno): è uno stato limite (sismico) di esercizio con una probabilità di superamento nel periodo di riferimento  VR pari al 63%. Anche per questo stato limite vanno calcolati fuori programma i valori dei parametri ag, FO, TC* dello spetto di risposta pertinente. Per le costruzioni ricadenti in classe d'uso I e II la verifica da effettuare per questo stato limite si limita alla controllo degli spostamenti di interpiano che devono essere contenuti entro i limiti fissati nel § 7.3.72 NTC. Sia nel caso di piani rigidi che in quello di piani deformabili il programma controlla gli spostamenti di interpiano relativi ai nodi di estremità dei singoli pilastri di piano.

Per le costruzioni in classe d'uso III e IV vengono verificati allo SLU tutti gli elementi strutturali sottoposti agli sforzi prodotti dalle azioni sismiche relative a questo stato limite, ponendo il fattore di struttura pari a 1,5 ed utilizzando per i materiali i coeff. parziali pari a 1.0 (§ 7.3.7.1 NTC).

SLO (Stato Limite di Operatività): è uno stato limite di esercizio che interessa solo le costruzioni ricadenti in classe d'uso III e IV. La probabilità di superamento nel periodo di riferimento  VR è pari all'81%. Gli effetti da verificare sono qui costituiti dai soli spostamenti di interpiano.

 

Categorie Sottosuolo

Nell'apposita casella a discesa va selezionata la categoria di sottosuolo attibuita alla costruzione in esame. La scelta tra le categorie previste al punto 3.2.2 NTC va fatta in base ai valori della Velocità equivalente Vs,30 di propagazione delle onde di taglio entro i primi 30 metri di profondità. I valori  Vs,30 vanno desunti sulla base delle risultanze delle indagini geotecniche disposte dal progettista ed effettuate da laboratori autorizzati.  

 

Categorie Topografiche

Nell'apposita casella a discesa va selezionata la categoria di sottosuolo attibuita alla costruzione in esame. La scelta tra le 4 categorie previste si riferisce a configurazioni superficiali semplici. Per condizioni topografiche complesse è necessario predisporre specifiche analisi di risposta sismica locale.

 

Smorzamento viscoso espresso in %

E' rappresentato dal simbolo ξ nel § 3.2.3.2.1 NTC e dipende dai materiali, dalla tipologia strutturale e dal terreno di fondazione (in genere per gli edifici si pone pari al 5%). Viene utilizzato nella definizione degli spettri di risposta elastici riportati in normativa (formule (3.2.4), (3.2.10), (3,2,13)).

 

Coefficiente di sottosuolo S

La sua definizione (§ 3.2.3.2.1 NTC) è:    S = SSST   in cui SS è il coefficiente di amplificazione stratigrafica (Tabella 3.2.V) e ST è il coefficiente di amplificazione topografica (Tabella 3.2.VI).  Il programma calcola automaticamente i valori SS, ST e ne espone il prodotto.

 

Media (CD"B") / Alta Duttilità (CD"A")

La differenza tra le due classi risiede nell'entità delle plasticizzazioni previste nella progettazione (§ 7.2.1 NTC). La progettazione in alta duttilità consente valori minori delle azioni ma al prezzo di armature trasversali infittite e di particolari di armatura (nei nodi, nelle pareti ecc.) più  dettagliati e verifiche più complesse da effettuare. In alta duttilità non è possibile, inoltre, progettare travi in spessore di solaio.

Va sottolineato che il progetto in alta duttilità non fa conseguire una maggiore sicurezza rispetto al progetto della stessa struttura effettuato in bassa duttilità. Anzi visto il carattere ancora "artigianale" della maggior parte dei cantieri di edilizia corrente si rischia che la cattiva esecuzione dei dettagli costruttivi previsti dall'alta duttilità pregiudichi la sicurezza attesa in progetto. Per gli edifici in c.a. qui trattati si consiglia, in definitiva, di scegliere sempre il calcolo in bassa duttilità. Se nella finestra dei Dati Generali si è scelta la progettazione non dissipativa ovviamente questa scelta non compare.      

 

Regolarità in pianta

Un edificio si definisce regolare in pianta se (§ 7.2.2 NTC) sono rispettati i requisiti di simmetria,  compattezza e rigidezza nel proprio piano (proporziata alla rigidezza degli elementi verticali) indicati in normativa.

Se si sceglie l'opzione di regolarità il programma controlla direttamente solo l'ultima condizione (controlla cioè che nella scheda dei dati sui piani tutti gli impalcati risultino assegnati come rigidi). Nell'esempio in figura l'opzione di regolarità è inattiva (non viene cioè consentita la scelta) in quanto non tutti i piani sono stati assegnati come rigidi. E' responsabilità del progettista il controllo del rispetto delle condizioni di cui ai punti a), b), c). L'assunta regolarità in pianta modifica il valore da assumere per i fattori q0 da assegnare successivamente. Se anche uno solo dei piani in elevazione non è definito come estensionalmente rigido il programma assume la condizione di non regolarità in pianta.

 

Regolarità in altezza

Le condizioni per poter definire regolare in altezza un edificio sono elencate nel § 7.2.2 NTC.  

Se l'edificio rispetta tutte le condizioni suddette (edificio regolare in altezza) al fattore KR viene assegnato il valore 1.00. Altrimenti occorre ritornare in fase di Input e decidere se modificare le dimensioni delle aste o rinunciare alla regolarità definendo l'edificio non regolare in altezza (a KR viene assegnato il valore ridotto di 0.80). Le costruzioni ad un solo impalcato sono ovviamente sempre regolari in altezza.

La presenza di piani deformabili a nostro avviso configura già l'assenza di regolarità in altezza.

Se l'edificio viene definito regolare in altezza in questa finestra, il programma durante il successivo calcolo controlla numericamente solo i punti b) e c)di normativa; ma  raramente tali controlli risultano positivi, anche per edifici piuttosto regolari. Il soddisfacimento dei punti a), d) è demandato al progettista. Per risparmiare tempo e pazienza si consiglia di utilizzare sempre l'opzione di mancata regolarità in altezza.

 

Fattori q0 di comportamento

E' il valore massimo (da definirsi separatamente per le due direzioni X, Y del sisma) del fattore di comportamento q  (q= q0KR)  e dipende dal livello di duttilità atteso, dalla tipologia strutturale e dal rapporto αu/α1 tra il valore ultimo dell'azione sismica e quello per il quale si ha prima plasticizzazione a flessione. Il fattore q viene direttamente utilizzato nella definizione degli spettri di progetto per gli stati limite ultimi (in programma è previsto il solo SLV in quanto il calcolo è di tipo elastico lineare) e quindi influenza notevolmente l'entità delle azioni sismiche. I valori di q0 previsti in normativa (tabelle in § 7.3.1 NTC) per le varie tipologie strutturali sono selezionabili dalle apposite caselle a discesa; i valori esposti tengono conto della classe di duttilità e della regolarità in pianta precedentemente assegnate. Nel caso di strutture torsionalmente deformabili con tipologia a pareti o miste equivalenti a pareti, i valori q0 vanno digitati direttamente nelle caselle ad essi riservati. Lo stesso dicasi nel caso in cui il rapporto αu/α1 sia ricavato da un'analisi non lineare di tipo "pushover". Per evitare di rientrare (senza volerlo) nel caso di strutture deformabili torsionalmente il programma calcola, piano per piano e nelle due direzioni sismiche, il rapporto r/lS tra rigidezza torsionale e segnala il caso in cui (§ 7.4.3.1) essa risulti non superiore a 0,8. In questo calcolo non viene utilizzata la formula di normativa valida solo per impalcati rigidi rettangolari bensì viene valutato (sempre in via approssimativa) l'effettiva rigidezza torsionale r di piano dei singoli elementi strutturali (pilastri e pareti) nonchè il valore lS valutato come radice quadrata del rapporto tra il momento d'inerzia polare delle masse concentrate nei nodi e la massa totale di impalcato.

Nel caso di calcolo non dissipativo il fattore di comportamento qND non può superare 1,5 e comunque deve rispettare la seguente relazione NTC:

FATTORE_q

 

Componente verticale nell'analisi sismica

Nell'analisi sismica delle strutture correnti sono considerate attive solo le due componenti orizzontali delle azioni sismiche nella direzione degli assi generali di riferimento X, Y.  La componente verticale in direzione Z va considerata solo in presenza di (§ 7.2.2 NTC):

- elementi pressochè orizzontali di luce maggiore di 20 metri;

- elementi precompressi (esclusi i solai con luce inferiore a m. 8);

- elementi a mensola di luce superiore a 4 m;

- strutture di tipo spingente;

- pilastri in falso;

- edifici con piani sospesi.

 

SLD/SLD Spostamenti massimi di interpiano Dr

Per edifici in classe d'uso I e II il § 7.3.7.2 delle NTC prescrive i seguenti valori limite per il prodotto tra il fattore q di comportamento (q=1.5) e lo spostamenti di interpiano dr  (h=altezza di piano) :

- q dr ≤ 0.0050 h        per tamponamenti fragili collegati alla struttura e che interferiscono con la deformabilità;

- q dr ≤ 0.0075 h        per tamponamenti duttili collegati  alla struttura e che interferiscono con la deformabilità;

- q dr ≤ 0.0075 h        per tamponamenti progettati in modo da non subire danni a seguito degli spostamenti di interpiano

Per edifici in classe d'uso III, IV i suddetti limiti vanno ridotti ai 2/3 del loro valore e vanno verificati allo Stato Limite di Operatività (SLO).

 

Spettri di progetto

Sulla base dei dati simici precedentemente assunti viene mostrata la rappresentazione grafica degli spettri di progetto per le componenti sismiche attive e che saranno alla base del successivo calcolo delle azioni sismiche. Gli spettri di progetto utilizzati hanno naturalmente le formulazioni analitiche fornite nel § 3.2.3 delle NTC ed utilizzano i fattori di struttura assegnati in questa finestra dati.  

 

Eccentricità accidentale di piano

Per tener conto delle incertezze nella localizzazione delle masse, al centro di massa deve essere attribuita una eccentricità accidentale rispetto alla sua posizione quale deriva dal calcolo. Per i soli edifici l'eccentricità accidentale non può essere inferiore a 0.05 volte la dimensione dell'edificio misurata perpendicolarmente alla direzione dell'azione sismica. Detta eccentricità è assunta costante per entità e direzione su tutti gli orizzontamenti (§ 7.2.6 NTC). Qualora la distribuzione degli elementi costruttivi non strutturali o secondari sia fortemente irregolare in pianta se ne può tenere conto raddoppiando l'eccentricità strutturale (§ 7.2.3 NTC).  

I valori di questa eccentricità convenzionale vanno pertanto inseriti nell'apposita tabella prevista. Nel caso di piano rigido l'analisi modale viene effettuata tenendo fissa la risultante delle masse di piano nel baricentro calcolato ed aggiungendo successivamente gli effetti statici di un'azione torcente (per ognuna delle direzioni sismiche) prodotto della forza sismica agente al piano per la duddetta eccentricità rispetto al baricentro di calcolo (§ 7.3.3.1 NTC). Nel caso di orizzontamento non rigido gli effetti statici aggiuntivi vengono determinati applicando alle singole masse di piano forze orizzontali tali che il loro momento torcente complessivo sia pari al prodotto della risultante delle forze sismiche orizzontali di piano per l'eccentricità assegnata. Tali forze devono, inoltre, ammettere risultante nulla nelle due direzioni X, Y.

 

Combinazioni componenti sismiche

Gli effetti E della risposta sismica sulla struttura (sollecitazioni, spostamenti, deformazioni, ecc.) sono combinati, per ognuna delle direzioni sismiche attive, secondo i seguenti coefficienti (7.3.10) NTC:

1.00 Ex + 0.30 Ey + 0.30 Ez

0.30 Ex + 1.00 Ey + 0.30 Ez

0.30 Ex + 0.30 Ey + 1.00 Ez

La componente verticale Ez sarà considerata solo nei casi previsti nel § 7.2.2 NTC.

I coefficienti di combinazione sono preimpostati secondo i valori previsti dalle NTC. L'utente può modificarli per particolari esigenze (simulazioni, confronti ecc.) ma in questo caso ponendosi fuori dalla corretta applicazione della normativa.

 

Opzioni per piani rigidi

Il programma calcola automaticamente per i piani rigidi la massa totale di piano come somma delle masse concentrate nei nodi di piano e, in caso di analisi dinamica, il momento d'inerzia polare delle stesse masse rispetto al  loro baricentro (nodo master di piano). La presente opzione consente di assegnare manualmente i suddetti valori.

Analoga assegnazione manuale può essere effettuata per le coordinate dei baricentri delle masse di piano.

 

Fattori di incremento degli sforzi nei pilastri per irregolarità dei tamponamenti in elevazione

Qualora la distribuzione in altezza degli elementi costruttivi senza funzione strutturale risulti fortemente irregolare in altezza (ad esempio è il caso dei piani pilotis privi di tamponamenti) le forti concentrazione di danni ai piani deboli devono essere prevenute incrementando di un fattore 1.40 le azioni di calcolo dei pilastri e delle pareti di tali piani.

Nella tabella a tale scopo predisposta nella sopra riportata finestra è quindi possibile indicare per gli eventuali piani di cui sopra il fattore di incremento.

 

 


© GeoStru Software