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In fase di input la singola trave di fondazione che collega due pilastri viene inizialmente rappresentata da una linea retta che collega i nodi baricentrici dei due pilastri. Questa linea è la congiungente dei nodi di tipo P (figura 5.1) di estradosso delle sezioni iniziale e finale del tratto deformabile della trave. Se nella sezione assegnata alla trave è stato invece scelto il baricentro della sezione quale riferimento di posizionamento la linea rappresenta invece la congiungente dei baricentri delle sezioni iniziali e finali della trave.
Nel caso in cui sia attiva tra i dati generali (§ 2.2.2) l'opzione conci rigidi automatici, vengono generati automaticamente, nei tratti della linea che ricadono internamente ai pilastri, dei conci rigidi che defiscono il tratto deformabile della trave. La generazione automatica dei conci rigidi è attiva per default per tutte le travi di piano in corrispondenza dei pilastri ma non delle pareti per le quali va sempre definita manualmente nell'apposita tabella dei dati travi (§ 2.2.6). La generazione automatica dei conci rigidi può essere disattivata in qualsiasi momento (anche all'avvio del programma) ed in tal caso i conci rigidi delle travi potranno essere assegnati e/o modificati direttamente dall'utente (nella griglia della scheda travi).
Figura 6.1 - Conci rigidi travi di fondazione
Nella PIANTA 1 di figura 6.1 è mostrato l'inserimento iniziale (da effettuare col mouse vedi § 2.1.3) di 3 travi a sezione rettangolare che collegano i baricentri dei pilastri Q, L, M, N (nodi strutturali per definizione). In particolare le linee rette che collegano a due a due i nodi baricentrici evidenziano, nei tratti interni al perimetro dei pilastri, conci rigidi delle travi generati automaticamente dal programma. Nella PIANTA 2 per ottenere l'allineamento del filo esterno della trave L-M con il reale filo dei pilastri è stata spostata la trave stessa dalla iniziale posizione o mediante l'apposito comando di snap trave a grip pilastro (§ 2.1.3) o mediante modifica delle misure dei conci rigidi direttamente nella tabella dei dati travi (§ 2.2.6).
I conci rigidi delle travi visualizzati dal programma dopo il calcolo possono essere differenti da quelli visualizzati in fase di input. Questo accade se nella generica sezione della trave generata in fase di input (vedi figura 7.1) è stato assunto un punto di inserimento di tipo P (cioè di estradosso) che risulta collegato ai nodi I,J mediante conci rigidi disegnati in colore ciano. In fase di Output (cioè dopo il calcolo) i conci rigidi diventano quelli (in rosso) che collegano i nodi I-J ai baricentri delle sezioni di estremità dei conci rigidi di calcolo (in conformità con il calcolo effettivamente svolto dal programma).
Figura 7.1 - Conci rigidi di input e di calcolo
Si fa presente che ogni variazione dimensionale dei conci rigidi delle travi ha sempre effetto ai fini della determinazione degli sforzi nella struttura e cioè la matrice di rigidezza dell'asta tiene sempre conto delle 3 componenti di eccentricità di ciascun concio rigido assegnato. Ciò a differenza di alcuni programmi che distinguono la rappresentazione grafica dallo schema geometrico poi effettivamente utilizzato per il calcolo.
Per le travi di fondazione su suolo elastico alla Winkler il programma non prevede la generazione automatica dei conci rigidi in corrispondenza delle pareti (§ 1.4). La ragione di questa scelta scaturisce dal fatto che le reazioni del terreno sono applicate al solo tratto deformabile della trave e non ai conci rigidi che nelle pareti assumerebbero una notevole lunghezza escludendo di conseguenza la reazione del terreno per una eccessiva superficie (quella sottostante alla suola della fondazione per tutta la lunghezza dei conci rigidi). Nella sottostante figura è illustata la differente scelta dei conci nelle travi di fondazione nel caso di un pilastro (nodo L) e di una parete (nodo M). Nelle travi di fondazione che confluscono nel pilastro L si sono assunti i conci rigidi così come generati automaticamente ottenedo una certa compensazione tra le aree delle impronte sul terreno delle diverse travi che si sovrappongono tra loro e l'area che resta eslusa da dette impronte. I conci rigidi relativi delle travi convergenti nel nodo M (parete) sono stati invece assegnati direttamente allo scopo di ottenere una certa compensazione tra le aree delle impronte sovrapposte e quelle non considerate.
Nel caso di pareti estese o addirittura continue come quelle dei muri di cantinato, va evitata la schematizzazione delle fondazioni di tali pareti mediante sezioni definite mediante le solite geometrie (sezioni a T ad L etc) poichè sarebbe inutile il calcolo delle armature di tali sezioni in quanto solidali alle pareti: il solo interesse progettuale di tali suole di fondazione consiste nel valutare le pressioni di contatto. In questi casi si suggerisce di generare alle estremità della parete estesa due nodi fittizi da collegare al nodo baricentrico mediante due travi alla winkler molto rigide nel piano verticale (grande inerzia Jz) le cui sezioni vanno assegnate nell'archivio "sezioni travi" come sezioni generiche ("per dati") assegnando, oltre alla costante di sottofondo alla winkler, la larghezza della base di appoggio pari a quella della suola della parete.
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